Tra i paesi nordafricani che formano il Maghreb, l’Algeria, con il suo vasto territorio, ne è parte integrante. Con una superficie di oltre 2.300.000 kmq è il secondo stato dell’Africa (il primato spetta al Sudan) ed il decimo al mondo in ordine di grandezza. Di quest’area vastissima, l’85% appartiene al Sahara con enormi distese sabbiose e rocciose. La sua struttura geografica è ben definita: a nord la costa che si affaccia sul mediterraneo per 1.200 km, è attraversata dalle catene dell’Atlante che dividono in modo netto la zona mediterranea da quella sahariana. Ed è proprio per questa netta distinzione fra nord e sud, che un poeta ha paragonato il territorio algerino ad un’anfora, la cui bocca si tuffa nel mediterraneo e la base riposa placida sulla sabbia. In questo grande paese la natura è stata generosa, prodiga di meraviglie che, a queste latitudini, fanno quasi gridare al miracolo…come nella valle dell’Oued El Abiod, alcuni punti panoramici noti come i Balconi di Rhoufi, mostrano dei piccoli canyon sui cui ripidi versanti si aggrappano villaggi oggi in rovina (erano abitati da contadini di origine berbera), al cui interno verdi palmeti contrastano con la nuda roccia, dando uno spettacolare colpo d’occhio. |
Piccole oasi
dall’architettura ancora autentica, con le porte in legno di palma che
proteggono da sguardi indiscreti i ricchi giardini, mentre gli uomini si
riuniscono all’ombra delle case, o sulla "djemaa", la
piazza principale, per chiacchierare o per una partita a domino. Sono
questi gli unici momenti di aggregazione sociale della gente del Souf,
perennemente costretta ad occuparsi dei giardini e delle palme da
dattero. Il Souf è una zona particolare delimitata a sud dal mare di
dune del Grande Erg Orientale e dalla linea di palmeti che da Biskra
corre fino a Touggourt. Il suo nome deriva dal berbero e vuol dire
fiume. Sembra quasi assurdo parlare di acqua in questa regione avvolta
dalla sabbia; invece esiste in effetti una vena acquifera che scorre
sottoterra (la falda freatica a seconda dei punti, si trova tra i 4 e i
15 metri di profondità) grazie ad un fiume fossile che un tempo
inondava il terreno, e questo fa si che l’acqua monti lentamente in
superficie. Tutto ciò sta creando dei seri problemi alla città di El
Oued, che per l’inconsueto fenomeno rischia di sprofondare proprio
come la nostra Venezia. Se da una parte quello dell’acqua rappresenta
un problema serio, dall’altra è un vantaggio per i contadini che così
non devono irrigare la superficie, ma scavare dei piccoli buchi che
permettono alle radici delle palme di attingere direttamente alle acque
sotterranee. Vanto delle oasi del Souf sono i
palmeti (nella zona di El Oued ci sono circa 2.500.000 palme da dattero
!!!!) che forniscono i migliori datteri dell’Algeria, di diverse
qualità vengono anche esportati in tutto il mondo e ad ottobre quando
inizia la stagione, centinaia di famiglie fanno ritorno nei palmeti con
intere greggi di capre e montoni, esclusivamente per la raccolta.
Isolato dal mare di sabbia, il Souf ha da sempre espresso caratteri
originali e un grande gusto per la letteratura, la poesia recitata e
cantata….d’altronde come si può restare insensibili alla purezza
delle oasi, ai colori caldi del tramonto, ai rigogliosi palmeti. Alcune
confraternite religiose, hanno abbandonato i luoghi caotici ed
inespressivi per stabilirsi in questi luoghi dove ancora il silenzio è
la parola chiave della vita stessa, che ridona la pace interiore e una
sicurezza in sé stessi. El Oued è soprannominata la "città
dalle mille cupole", per i tetti delle case che hanno questa
particolare forma che le rende più fresche nelle ore calde del giorno.
Dall’alto la visione è alquanto singolare e richiamano un mosaico di
gusci d'uovo, oppure un campo pieno di gallerie scavate da talpe. Anche
nei villaggi vicini vige questa speciale forma di architettura dalla
volta a botte (che pare derivi dal primitivo "gurbi", una
capanna contadina destinata ad abitazione provvisoria), che mani
sapienti hanno saputo amalgamare perfettamente, unendo il "lous", una pietra molto resistente, al gesso con la sabbia. Una sola
porta peraltro molto bassa è l’unico elemento di accesso alla casa,
essendo priva di finestre, che consente così un buon isolamento dal
grande caldo.
Tratto dal nostro servizio "Un sogno chiamato Algeria" pubblicato sulla rivista AFRICA n. 20 - 2000. |