Situata all'estremo nord dell'Etiopia, la Dancalia è una lingua di terra di 150.000 kmq  che per buona parte segna i confini con l'Eritrea e Gibuti a est. Per questo e per altri motivi è definita una terra di frontiera.
Qui c'è il punto più basso dell'Africa, il lago Assale a - 155 slm; qui esiste una catena di vulcani che da millenni sta modificando il territorio. Uno di essi è l'Erta Ale, in costante attività con un lago di lava permanente all'interno di un cratere a pozzo.
Qui s'incontrano 3 placche tettoniche in continua espansione che hanno dato vita al mar Rosso, ed ora questa terra si sta allontanando dalla penisola arabica alla velocità di 2 cm l'anno.

 

i colori magici del Dallol

il lago Afrera

 

Le piogge sono una rarità e il fiume Awash è l'unico che ha il "coraggio" di attraversare questa regione fornendo acqua preziosa e cibo (sotto forma di terreni agricoli) alla popolazione Afar. Nei pressi di Aysaita, a 180 km dal mar Rosso, il fiume si riversa in una sequenza di laghi salati. Il sale è al momento l'unica ricchezza della Dancalia con 1.200 km quadrati di superficie dedicata alla sua estrazione. Ad Afrera colonne di camion lo trasportano fino ad Addis Abeba, mentre nella piana del sale viene caricato sulla groppa di migliaia di dromedari che per nove mesi l'anno, lo portano ai mercati degli altopiani del Tigray.
Qui vivono gli Afar, popolazione di origine cuscitica e musulmana praticante. Suddivisi in clan, la maggior parte conduce una vita seminomade, seguendo i pochi pozzi d'acqua e i magri pascoli per gli animali (capre, mucche e dromedari). Vivono in minuscoli villaggi con sparute capanne dalla forma allungata (chiamate burra) ricoperte di stuoie e con l'intelaiatura di rami ricurvi. Caratteristici i tumuli funerari eretti ai margini dei villaggi.
E' tradizione che il morto ammazzato viene vendicato dal parente più prossimo (sono escluse le donne).
Per questo viene posto sopra il tumulo una coppia di pietre verticali.
Una delle "attrazioni" turistiche della Dancalia, sono le sorgenti sulfuree multicolori del Dallol, una località posta ai margini della piana del sale.
Un luogo fiabesco disseminato da sorgenti a geyser che emettono soluzioni saline, in particolare potassio, sodio e magnesio che assumono forme e colori inimmaginabili: dal verde al giallo, dal rosso al viola.
Nel periodo coloniale i depositi vennero sfruttati da un compagnia mineraria italiana (La Comina della Montecatini), che riuscì ad estrarne ben 25mila quintali, trasportandoli fino al mar Rosso. Oggi rimangono solo detriti e macerie. In questa regione sono venuti alla luce i resti fossili dei primi ominidi, i nostri progenitori.
La più famosa è senza dubbio Lucy, lo scheletro di Australopithecus afarensis vissuta almeno 3,2 milioni di anni fa rinvenuto nel 1974 dall'équipe di Donald Johanson e conservato al Museo Nazionale di Addis Abeba. Un altro ritrovamento importante è stato quello dell'Homo sapiens idàltu una sottospecie di Homo sapiens vissuta circa 160.000 anni fa e scoperta nel 1997 nella zona di Herto Bouri.