I preziosi manoscritti di Béjaia |
Nel
giugno 2002, pochi mesi prima della sua tragica e prematura morte
Attilio Gaudio, etnologo ed antropologo, giornalista e celebre
africanista, ci informava dell’esistenza di un’antica biblioteca
berbera scoperta nella regione della Cabilia in Algeria. In concomitanza
con alcuni viaggi effettuati nello stato maghrebino, effettuammo delle
ricerche presso il ministero della cultura e del turismo di Algeri nella
speranza di avere notizie più dettagliate, ma invano. Occorreva andare
direttamente a Béjaia e cercare di prendere contatti alla locale
università. Nel frattempo un articolo riguardante la Mostra sugli
antichi manoscritti del Sahara, pubblicato sulle pagine web del sito di
Itinerari Africani fu visto dal signor Mechehed Djamel- eddine, curatore
e responsabile della biblioteca in questione (i miracoli di internet!!).
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Ciascun
volume è stato catalogato con un codice seguito da due cifre, poi il
titolo ed il nome dell’autore, quindi l’epoca di redazione ed i nomi
degli eventuali copisti. I testi medioevali più preziosi sono quelli in
lingua berbera anche perché trattano discipline scientifiche come
l’algebra, la geometria e l’astronomia che all’epoca hanno dato
prestigio all’ateneo di Béjaia. Fu proprio a Béjaia nel XII secolo
che venne a studiare il matematico pisano Leonardo Fibonacci
(1170–1240), confermando il grande flusso di letterati e scienziati
che univano l’Occidente e l’Oriente. Testo
di Donato Cianchini Fografie di Mecheheb djamel-eddine (copyright)
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