Terra inospitale ed assolata il Fezzan occupa la parte sud-occidentale del territorio libico. Ghadames è la prima tappa. Antico centro carovaniero del commercio sahariano era il punto di arrivo per i mercanti di quel tempo. L'oasi, ancora oggi ha conservato quasi intatto l'antico fascino, con le tipiche viuzze strette e gli stretti corridoi intonacati con la calce bianca che danno un fresco riparo dalla calura del giorno. Ancora oggi è possibile incontrare gli anziani che nella penombra dei vicoli chiacchierano e concludono affari. A Ottobre si svolge il Festival della cultura Tuaregh. Sono tre giorni di feste, danze, musiche in cui i Tuaregh sfoggiano i vestiti tradizionali. L'ultimo giorno l'evento si celebra sulla grande duna con i caroselli sui mehari (i cammelli bianchi usati per le feste), mentre le donne cantano e suonano l'imzad (violino con archetto).Per sapere le date esatte chiedete all'Ambasciata. Ci vorranno due giorni interi prima di raggiungere l'altra oasi di Ghat, alle porte del deserto dove le grandi dune sembrano una minaccia per la città. Ghat è sempre stata una roccaforte dei Tuaregh come gli Oraghen e gli Ifogas e, nonostante abbia subito molte rappresaglie da parte dei turchi, degli italiani e dei francesi, ancora oggi la sua popolazione è a maggioranza Tuaregh. Alla fine di ogni anno si tiene un festival di arti e tradizioni popolari (da non perdere), i Tuaregh per l'occasione sfoggiano i costumi più belli e sfilano sui mehari riccamente bardati. Dall'alto della città vecchia il forte italiano è ancora un ottimo punto di osservazione sull'Akakus. |
Per chi ama il deserto ci saranno punti di notevole interesse allorquando costeggeremo le alte dune dell' Idhan Ubari, il mare di sabbia che al suo interno racchiude incastonati come gemme, i laghi Gabroun, Mandara, Oum el Ma e Mahfou. I laghi si raggiungono dopo un tratto di svariati chilometri in assoluto fuori pista, galleggiando sopra le alte dune, alternando stretti canaloni ad ampi vallate e, al sopraggiungere del tramonto, montiamo il campo sulla sommità di una duna che termina in un lago azzurro circondato dalle palme. Uno spettacolo unico dovuto alle bizzarre condizioni geologiche degli strati impermeabili del terreno che in queste zone portano ad affiorare la falda acquifera. A pochi chilometri, le rovine di Germa l'antica Garama, ci riportano indietro nel tempo ai mitici Garamanti, i signori del deserto le cui gesta avventurose furono scritte da Erodoto. Tutte le piste che collegavano il sahara al mediterraneo erano sotto il loro controllo; questi indomiti cavalieri le percorrevano con carri e cavalli fornendo guide e scorte armate alle carovane di passaggio. |
Tutto ciò è conservato
dalle rovine di Germa antica capitale del loro regno oggi, il loro
spirito libero e combattivo rivive in parte nei Tuaregh, accomunati
storicamente dallo stesso destino. Molteplici sono gli itinerari che si
possono effettuare nel grande deserto libico, che dal confine algerino
toccano numerosi punti di interesse sahariano fino ai confini egiziani,
nomi come Akakus, erg Murzuk, Cufra e Waw en Namous evocano luoghi
mitici tra sogno e realtà. Noi nel nostro piccolo abbiamo vissuto una
bella esperienza (con un Fiat Iveco 4x4 affidabilissimo sulle dune ed
un satellitare), da non ripetere
con un solo mezzo!!
* A sud-est dell'erg Ubari c'è una zona interessante e quasi idilliaca per la presenza di una serie di laghetti che affiorano tra le dune e circondati da palme. La traversata si può effettuare solo con dei mezzi fuoristrada (si possono noleggiare in loco con l'autista), alcuni tratti sono abbastanza insidiosi ed occorre scendere dal veicolo e valutare a vista il superamento delle dune; l'emozione è comunque assicurata ed il paesaggio ripaga appieno delle fatiche. * I laghi sono parecchi ed alcuni hanno sempre l'acqua come Gabraoun, Mahfou, Oum el Ma e Mandara che sono poi quelli visibili in due giorni. Alcuni come Mahfou e Oum el Ma cambiano di colore con il passare delle ore, mentre il Gabraoun è salato (si può fare il bagno e stare perfettamente a galla anche se non sapete nuotare) e al lato sud c'è quello che resta di un villaggio dei Daouada su cui incombe una duna ripidissima. In questo lago c'è una specie di campeggio gestito da un'agenzia governativa con delle capanne (è meglio dormire un po' distante vicino le dune per evitare le zanzare), e degli sci vecchi se volete provare l'ebbrezza di una discesa dalla duna più alta. Anche nei pressi del Mandara c'è un piccolo villaggio dei Daouada, anch'esso abbandonato, ma meglio conservato dell'altro. Nel nostro caso abbiamo fatto un giro circolare partendo dal campeggio di Tekerkiba (una duna difficile da superare all'inizio, che oggi sarà stata spianata dalle miriadi di mezzi che saranno passati da qui), quindi da Mandara direttamente per Gabraoun (una serie di cordoni di dune da superare in salita), poi Oum el Ma dopo una discesa ripida e ricongiungimento con il lago Mandara. * Circuito dell'Akakus: a differenza del Tassili-n-Ajjer qui si può fare il giro con i fuoristrada in quasi tutti i siti rupestri partendo da Ghat, ed è obbligatoria una guida locale che vi farà visitare i siti classici. L'accesso obbligatorio è dalla parte est del massiccio per il passo di Takharalhouri dove la sabbia è molle con dei passaggi difficili che terminano in una ripida discesa, da qui inizia l'Akakus, con i suoi panorami e i suoi tesori nascosti che si potranno osservare con un minimo di 2/3 giorni (includendo il wadi Teshuinat). * per il wadi Mathendus: dal wadi Teshuinat una pista segnata da cippi e pietre conduce ad un vasto pianoro sabbioso che costeggia sulla destra le imponenti dune del Murzuk , poi inizia una zona piena di ciottoli taglienti e neri che conducono al wadi, ricco di graffiti di pregevole fattura. * Serdélès: la pista diretta via Ghadames (800 km circa) è interessante perché corre parallela alla frontiera algerina, e vi è il superamento difficoltoso di un grande erg, che funge da sbarramento alla pista, la diversità del terreno a volte duro a volte molle (fesc fesc insidioso!!) la rende piacevole agli amanti del fuoristrada. Per questo itinerario effettuato nel 1997 occorreva una guida con il permesso di transito. |