Giungere al Turkana è
un'esperienza unica, un viaggio a ritroso nel tempo. Certo non sarà
come quando il conte Samuel Teleki lo scoprì la prima volta il 5 Marzo
1888, ma vi assicuriamo che ben poco è cambiato. Qui le lancette
dell'orologio sembrano essersi fermate, i granellini di sabbia della
clessidra temporale giacciono immobili come i giganteschi coccodrilli
sulle rive del lago. Situato ai confini settentrionali del Kenya con l'Etiopia, si trova in una vasta depressione continentale funestata da immani eventi geologici. Quasi tutta l'area, ma in modo particolare la zona meridionale è di una desolazione sconvolgente, con enormi distese di roccia lavica da cui spuntano isolate e sparute acacie. E' qui che troviamo i vulcani Teleki e Nabuyaton "lo stomaco d'elefante" dei Turkana. Lungo 257 km e largo all'incirca 31 km il Turkana più che un lago, è quasi un mare interno; l'elevata evaporazione e la siccità in questi ultimi secoli ne stanno modificando i tratti. Unico affluente il fiume Omo che dall'Etiopia riversa enormi quantità di limo e sedimenti. Altissima è l'alcalinità delle acque dovuta ad una forte percentuale di carbonato di sodio. Diverse le interpretazioni e gli appellativi con cui è conosciuto: Mare di giada, lago degli inganni, ma quello che appare univoco è l'idea di trovarsi in un'Africa ancora autentica, pura e quasi intatta, un luogo per certi versi ancestrale….fortunatamente ancora lontano dal turismo di massa. |
Due i fattori ambientali
che contribuiscono al suo isolamento: le condizioni quasi estreme del
territorio con temperature che oscillano in tutto l'anno tra i 40 e i 60
gradi, l'unico momento di sollievo è al tramonto quando dalle pendici
meridionali del monte Kulal, si alza un vento continuo che frusta i
ciuffi delle acacie, dando l'impressione di attimi effimeri di
freschezza. Le vie di accesso tutt'altro che facili piste dure e faticose scoraggiano i più. Comunque se siete appassionati di antropologia, archeologia, geologia e vi interessano le popolazioni autentiche dovete assolutamente venire qui. Loyangalani, sulla riva sud orientale del lago è l'unico centro abitato; attorno ad esso sono sorti tre villaggi e dalla forma delle capanne è possibile riconoscerne l'etnia. Quelle a cupola ricoperte con pelli e foglie di palma sono dei samburu; a tucul ed interamente di paglia sono dei turkana; quelle di forma quadrata ed il tetto in paglia sono dei rendille e rappresentano un bell'esempio di convivenza e di integrazione. C'è un lodge gestito da un tedesco, un campeggio con piscina ed un altro gestito da un'intraprendente donna samburu con capanne in perfetto stile turkana, proprio dietro al ristorante di Ciongo (un somalo trasferitosi con la famiglia) famoso per le tilappia alla griglia. C'è anche una missione della Consolata vicino all'unica sorgente di acqua calda. Dall'oasi si possono fare delle escursioni sulle rive del lago a visitare i villaggi El molo, gli unici che vivono ancora di pesca traendone un minimo di beneficio. I pesci tilappia e il raro persico del Nilo sono la loro dieta principale. I pesci raccolti vengono fatti seccare e scambiati a Loyangalani con il necessario per vivere. |
Purtroppo l'isolamento naturale li sta portando all'estinzione antropologica e le nuove generazioni sono già costrette per sopravvivere a mescolarsi alle altre etnie. Il lago Turkana non a caso è conosciuto come la culla dell'umanità per via dei numerosi ritrovamenti dei nostri progenitori. Qui milioni di anni fa ha avuto inizio il lungo cammino evolutivo dell'uomo. Una serie continua di rinvenimenti si sono succeduti grazie ai membri della famiglia Leakey. Richard Leakey, grazie all'appoggio del governo del Kenya ha istituito nel 1970 il parco nazionale Sibiloi a protezione dei siti paleoantropologici di Koobi Fora. Camminando in un paesaggio lunare si possono ammirare i resti fossili di testuggini giganti e di coccodrilli nilotici (crocodilus cataphractus) lunghi fino a 9 - 10 metri. Invece i resti degli ominidi sono visibili al Museo nazionale di Nairobi. Il Sibiloi si trova sulla sponda orientale del lago, quella più accidentata ed inospitale con immense distese di detriti e rocce laviche. In queste acque c'è la più grossa concentrazione di coccodrilli del Nilo (crocodilus niloticus) lunghi oltre 6 metri. |