Questo consentì di formulare varie ipotesi come quella relativa alla struttura anatomica che permetteva loro una deambulazione analoga a quella degli esseri umani odierni! In virtù di ciò, secondo molti scienziati furono proprio questi ominidi i primi a lasciare l'Africa in una lenta migrazione fino all'Asia, e poi successivamente verso l'Europa. Il "ragazzo del turkana" morì dopo l'adolescenza, ma si stima che se fosse vissuto fino all'età adulta, avrebbe potuto raggiungere un'altezza di 180 cm. Una statura del tutto simile a quella dei Turkana e dei Gabbra che oggi vivono in queste zone semi aride dell'Africa orientale. Una semplice coincidenza? Chissà.
D'altronde il campo della Paleoantropologia è sempre stata immersa nei meandri delle ipotesi, delle supposizioni e delle teorie differenti dei vari scienziati venuti alla ribalta con le loro scoperte. Una selva di "forse" e di "se", di verbi quasi sempre usati al condizionale, dove non è facile orientarsi ed accettare a scatola chiusa le differenti ipotesi; come quella molto discutibile di due ricercatori dell'università di Zurigo, P. Schmid e M. Hausler, i quali ritengono che Al-288, fossile più noto come Lucy, in realtà sia un uomo!
 


paesaggio intorno a Koobi Fora calchi di teschi di ominidi


Ci vogliono almeno 4 giorni di pista per arrivare sulla sponda orientale del lago Turkana e, dopo aver attraversato l'oasi di Loiyangalani e il sito di Alia Bay, ecco Koobi Fora. Il quartier generale con gli alloggiamenti per gli studiosi sorge proprio su una lingua di sabbia che si protende nelle acque del lago. A qualche km di distanza, su una collinetta ecco il Museo.
Koobi Fora è una parola Gabbra ( i Gabbra sono pastori nomadi che vivono in queste zone) che vuol dire "posto della Commiphora", per indicare un cespuglio del genere Commiphora diffuso sul posto assieme alle acacie spinose.
In questo eden primordiale si trovò nel 1.888 il conte Samuel Teleki d'Austria, primo esploratore a scoprire il lago ed un gran numero di rinoceronti, bufali e waterbuck. Specie che non potrebbero sopravvivere con l'attuale vegetazione adatta invece a branchi di zebre, orici, antilopi "topi" e gazzelle, oltre a sparuti esemplari di kudu maggiore. Procedendo nella nostra visita, la guida puntualizza che i depositi fossiliferi si estendono per circa 20 km dal lago, e verso sud a Alia Bay per almeno 60 km, fornendo quasi 1.000 kmq di strati del Plio-Pleistocene più ricchi della terra.
Un cippo con la sigla KNM-ER 1470 indica il luogo del ritrovamento del cranio di Homo rudolfensis (dove KNM-ER sta a significare Kenya National Museum - East Rudolph; 1470 è il numero progressivo del reperto), preceduto di qualche anno dalla scoperta di un altro celebre cranio di Australophitecus boisei. Questi fossili convinsero la maggior parte dei paleoantropologi a ritenere che 4 tipi di ominidi, Homo erectus, Homo habilis, Homo rudolfensis e Australophitecus boisei, vissero circa 1.8 milioni di anni fa condividendo lo stesso ambiente in quella che è la zona attorno a Koobi Fora, nel Kenya settentrionale.
Degna conclusione di questo viaggio alla ricerca delle nostre radici comuni, è la visita al piccolo Museo posto su di un promontorio con una vista mozzafiato sulla baia e sulle acque color di giada del lago Turkana. All'interno numerosi pannelli esplicativi con copie dei reperti fossili consentono di ripercorrere le tappe evolutive dell'umanità, con particolare riferimento ai ritrovamenti effettuati sulle sponde del lago.
Lasciamo, come giusto che sia, agli studiosi e ai paleoantropologi le diverse teorie sull'evoluzione umana, gli accesi dibattiti sulle nostre origini africane o asiatiche e le stimolanti ricerche del nostro primo antenato, ovvero il capostipite di Homo sapiens, l'unico rappresentante rimasto del proprio genere sulla Terra.

                                                                                                      di Donato Cianchini  
Est
ratto dall'articolo   " Tra gli ominidi di Koobi Fora "     
pubblicato sulla rivista NIGRIZIA N. 6 - 2005