Le
loro origini si perdono nel vasto sostrato culturale dei Nilotici o,
più precisamente, dei Niloti meridionali. |
Vi è un’ulteriore
distinzione in classi di età con riti di passaggio fra i maschi. La
circoncisione non è praticata (come nei Turkana), e le cerimonie si
tengono in luoghi ben precisi, legati a particolari momenti della vita
sociale. Gli anziani hanno il potere amministrativo regolando la vita quotidiana all’interno dei vari gruppi, mentre spetta ai guerrieri la difesa degli accampamenti e l’organizzazione delle razzie del bestiame. I giovani sono destinati alla cura degli animali e alla pastorizia. Le donne si occupano del lavoro nei campi (sorgo, tabacco e miglio) e della raccolta dell’acqua ai pozzi mediante l’uso di grandi calebassse di zucca. I capelli sono legati con piccole trecce e portano collane e bracciali di vario tipo. Gli uomini non hanno delle acconciature particolari. Si limitano a praticare fori nei lobi delle orecchie per inserire ciondoli o altro per semplice vezzo. Di recente è di "gran moda" l’uso di cappelli e magliette occidentali. |
E’ frequente, in entrambi i
sessi, la pratica della scarificazione con motivi sul viso, sulle
braccia e sul torace. I villaggi, disposti in forma circolare, sono
delimitati da una fitta serie di pali conficcati nel terreno e da rami
spinosi. L’ingresso è costituito da una piccola apertura cui si
accede carponi. Stretti corridoi conducono alle dimore delle varie
famiglie con capanne in legno dalla forma conica. Una è riservata al
capofamiglia e le altre per le diverse mogli con prole. Piccoli granai
di legno sono sistemati in posizione sopraelevata all’interno dei
recinti. Una grande spianata circondata da rami spinosi serve per il
ricovero e la protezione del bestiame. |