Ogni
anno al termine della stagione delle piogge, i nomadi Wodaabe si
riuniscono a centinaia per celebrare la festa del Geerewol, è questa
l'occasione di ritrovare i vecchi amici e di intrecciare nuovi amori tra
danze frenetiche e rituali antichissimi. Per non mancare a questo
avvenimento i gruppi familiari attraversano le pianure del sahel gli
uomini a piedi fieri davanti agli armenti, le donne e i bambini dietro
sugli asini, che si estendono tra Niger, Nigeria e Camerun. I nomadi
spingono le loro mandrie verso i pascoli ricchi di sale e di pozze
d'acqua in un territorio compreso tra il villaggio di Abalak e l'oasi di
Ingal. Proprio qui viene celebrata la festa, importante evento sociale,
ma soprattutto celebrazione ed elevazione della bellezza a valore
morale. Corpo alto e slanciato, naso lungo e sottile, denti bianchissimi sono questi i canoni estetici che contraddistinguono il concetto di bellezza condiviso da tutta la società Wodaabe. Si narra infatti che la levatrice tenti di plasmare amorevolmente la fisionomia del neonato: sin dalla nascita la testa viene delicatamente stretta tra le mani, le narici compresse e tutta una serie di manipolazioni che rispecchiano la volontà e la speranza di poter agire sulla proprio immagine collettiva. La fase del trucco e la preparazione dei costumi, sono importanti strumenti di seduzione per attirare l'attenzione delle donne, e occupano gran parte del tempo ai giovani che si alterneranno in diversi tipi di danze. Il Rumme è la danza di benvenuto e rappresenta una sorta di saluto rivolto ai gruppi che partecipano all'evento. |
I giovani
danzatori, spalla contro spalla e mano nella mano si muovono lentamente
formando un grande cerchio. Al centro gli anziani li incoraggiano
battendo le mani e intonando una nenia che sembra non avere fine mentre
all'esterno, le fanciulle occhieggiano interessate. Lo Yaake è una danza il cui nome significa " compagni della stessa classe d'età ", e vi partecipano tutti quelli che discendono dalla stessa linea di parentela. I giovani indossano una tunica amorevolmente ricamata dalle don ne durante i mesi di transumanza nelle assolate piste del sahel. I capelli, raccolti in lunghe treccine sono rasati all'attaccatura della fronte e nascosti sotto vistosi cappelli di paglia e cuoio. Dai lati del viso pendono i silkin, strisce di cuoio legate con fili di ottone e decorate con conchiglie cauri. La fronte e le guance sono dipinte con un impasto di colore giallo ocra che, preparato secondo un antico rituale, testimonia l'ennesima ricerca di una simbologia di seduzione; completano il maquillage cerchi e puntini bianchi e rossi sul volto. Serrati nella propria fila e saltellando sulle punte dei piedi, i danzatori muovono la testa da un lato all'altro e quasi con una smorfia, stringono le labbra per poi dischiuderle contemporaneamente per far risaltare i denti bianchi sulle labbra annerite dal kol. Il Geerewol è la danza che rappresenta meglio il gioco della seduzione, i giovani si presentano in un unico fronte compatto avanzando ed indietreggiando con passi leggeri e ritmati. Pesanti cavigliere ( l'unico strumento musicale ) ritmano il cadenzare della danza, che con il passare delle ore si fa più frenetica; alcuni danzatori abbandonano il gruppo e, mulinando ritmicamente il bastone da mandriano e l'ascia si spingono in avanti per farsi ammirare. |
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Siamo al culmine della cerimonia; le ragazze più belle fanno timidamente il loro ingresso e, accompagnate dai capi cerimonia e dalle donne anziane, avanzano lentamente con le mani giunte. con un semplice gesto della mano ogni ragazza sceglie il suo compagno che lo sarà solamente per una notte o per tutta la vita. Seppure la danza si ripete due volte nell'arco della giornata è quella notturna la più suggestiva, avvolta in un'atmosfera resa irreale dai bagliori rossastri dei grandi fuochi al centro della scena e dalla luna piena. Tratto dal nostro servizio " Geerewol: dove la bellezza si incontra " pubblicato sulla rivista AFRICA n. 6 - 1998
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