Il
Burkina Faso è un paese ricco di storia e tradizioni secolari che
rivivono ancora oggi grazie
alle molteplici etnie suddivise nel
territorio. Sono almeno 60, tutte con caratteristiche sociali e
culturali ben distinte. Il primo grande regno fu quello dei Mossi fondato nel XV secolo da un gruppo di cavalieri provenienti dal Ghana. Ne seguirono altri, ognuno dei quali rimase però dipendente dal più forte che ancora oggi ha la sua sede a Ouagadougou. Per proteggere il regno furono create solide strutture gerarchiche ed amministrative, con un esercito di cavalieri che fronteggiò l'avanzata di popoli nemici e musulmani. Tutto questo durò alla fine del 1800, quando arrivarono i francesi che decisero di frazionare in più parti l'Alto Volta (si chiamava così allora) tra la Costa d'Avorio, il Niger e il Mali. Il paese cadde in rovina economica e sociale, costringendo la popolazione a lavorare in regime di schiavitù nelle piantagioni della Costa d'Avorio. Tuttavia dopo l'indipendenza del 1960 ci furono diversi colpi di stato che portarono al potere civili e militari. Il più famoso fu quello del capitano Thomas Sankara, giovane socialista di sinistra che in un certo senso risvegliò le coscienze dei Burkinabé, attuando una politica a favore della popolazione cambiando il nome del paese in Burkina Faso, la bandiera e l'inno nazionale. Per questo è ricordato con molta stima. Un altro militare Blaise Compaoré è ora al potere, ma con minore carisma. |
La maggior parte del paese
si trova nella fascia saheliana con grandi distese piatte e aride nella
zona a nord della capitale. Ai confini con il Niger a Oursi ci sono
grandi zone sabbiose con piccole dune. Diversa la situazione al sud con una vegetazione lussureggiante (baobab e alberi tropicali) fiumi e cascate tra Gaoua e Banfora. I francesi lo avevano chiamato Alto Volta per i suoi tre fiumi affluenti del Volta: il Volta Nero, il Volta Bianco e il Volta Rosso che, assieme alla presenza di numerosi laghi, sono una ricchezza non trascurabile per queste zone aride. La vera grande attrazione di questo paese è la gente che, seppure divisa in decine di etnie, sono tutti fieri di definirsi Burkinabé. Mossi, Bobo, Fulani, Sénufo, Lobi, Gourunsi, Tuareg, Gourmantché...; pensiamo siano sufficienti a rendere solo un idea di questo caleidoscopio umano, dove la gran parte seguono le credenze animiste tradizionali, custodite gelosamente dagli iniziati nei villaggi. Ogni gruppo conserva una propria arte statuaria in legno che viene usata in occasione di funerali, iniziazioni e per le feste. Solo in quest'ultimo caso è possibile vedere danzare le maschere. Le più famose sono quelle dei Mossi, dei Bobo e dei Lobi. I primi costruiscono maschere di antilope alte più di 2 metri dipinte di rosso e bianco; i Bobo sono noti per le maschere dal tratto animalesco, ma soprattutto per quelle a forma di farfalla larghe più di 1 metro e dipinte a strisce nere, bianche e rosse. I Lobi infine intagliano dal legno statue, bastoni e sgabelli formando feticci a protezione della famiglia, visibili attorno e all'interno delle abitazioni. |