Sia che si arrivi da Tamanrasset in Algeria o che si arrivi da Ghat in Libia dopo aver percorso svariati chilometri nel deserto la città di Agadez ci appare come una metropoli brulicante di gente ed odiosamente rumorosa!!! E' per noi moderni viaggiatori come lo è stato in passato un posto tappa, un approdo sicuro e rigenerante, una meta per alcuni mai insignificante. Situata all'estremità di due mondi apparentemente opposti, il deserto del Ténéré a Ovest e il massiccio dell'Air a Nord, Agadez rappresenta ancora oggi un importante centro di scambi commerciali per i nomadi Peul e Tuareg, i commercianti Haussa e grazie anche alla vicina miniera di uranio di Arlit, i trasporti sono aumentati. Anche il turismo gioca la sua parte rilevante, ma questo dipende molto dalla situazione politica della zona, da sempre tumultuosa fra Tuareg e potere centrale. Agadez fu fondata attorno al XV secolo e da allora è sempre stata sotto il dominio degli uomini blu fino all'arrivo dei francesi (1890). A piedi per le strade sabbiose, o a dorso di cammello, o sulle rombanti Toyota i Tuareg sono il gruppo etnico maggioritario in città ed in tutta la zona si stimano in 200/300.000 fra Air e la parte prospicente il Ténéré. |
Da ogni angolo si volga lo
sguardo e persino da diversi chilometri di distanza il minareto della
moschea è il simbolo della città e dell'orgoglio di un popolo.
Dall'alto dei suoi 27 metri si gode di un bel panorama (una ripida scala
di gradini di terra conduce alla sommità) sui monti dell'Air e
sull'immensità del deserto, nonché sulle case in terra e fango (banco)
disposte a semicerchio. L'edificio religioso che risale al 1500 non è
visitabile all'interno. Fu ricostruito verso la metà del 1800, ed è
l'unico di tre monumenti religiosi rimasto intatto. Intorno le case sono
anch'esse in banco, così come il palazzo del sultano che è a tre
piani. E' il simbolo dell'autorità locale che sopravvive ancora oggi
(anno 2002). Una carica istituzionale formale, ma priva di potere
esecutivo e decisionale fra i Tuareg che comunque lo interpellano come
arbitro nelle beghe fra i vari gruppi. Istituito dagli stessi Tuareg, il
sultano è sempre stato di razza nera, probabilmente uno schiavo. Viene
eletto da tutti i capi clan dell'Air, i potenti Kel-Oui influenti
politicamente e, un tempo anche militarmente. Ancora oggi riscuote i
tributi provenienti principalmente dalle merci che attraversano la
città e dalle carovane che trasportano il sale proveniente dalle oasi
sahariane di Fachi e Bilma. Ad Agadez si va a piedi fra le stradine polverose del vecchio quartiere, "scortati" da decine di guide improvvisate che vogliono rendersi utili e guadagnare qualche soldo. Ci sono le belle facciate di case sudanesi decorate con motivi geometrici, fregi e disegni haussa dei ricchi commercianti; al centro davanti all'ingresso alcune hanno inciso l'anno di costruzione. C'è persino la casa dove Bernardo Bertolucci ha girato le scene del film Il tè nel deserto. |
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Qui è bello osservare il lavoro meticoloso degli artigiani da cui nascono le celebri croci di Agadez colate negli stampi con il metodo della cera persa, poi orecchini, anelli, i talismani "tcherot". Su ordinazione si può acquistare la mitica takouba, la lunga spada che pende al fianco di ogni Targhi. E' d'obbligo (anche per i turisti) la contrattazione!!!! Al grande mercato che si tiene tutti i giorni, non mancano il caos e l'animazione tipica della gente. Possiamo vedere nei loro vestiti tradizionali, i nomadi Peul e Tuareg, i Songhai e gli Haussa che scambiano i loro prodotti, o che molto semplicemente sono lì per incontrarsi. Inaspettatamente si trova tutto ciò che occorre per la vita ai margini del deserto ed anche qualche sciccheria come ad esempio le scarpe in vernice per le signore, o i riporti per i capelli sempre per la vanità delle donne. Una parte del mercato è riservato ai contadini Tuareg delle oasi dell'Air. Dai loro orti frutta e verdura a volontà. Un'altra zona è riservata agli artigiani che faranno di tutto per vendere i coloratissimi sandali samaras, o i cuscini in cuoio coussins, e le splendide selle da cammello con il pomo a forma di croce. In pieno centro, proprio di fronte alla moschea, l'hotel de l'Air è il posto riservato ai sahariani d.o.c. Un tempo era la residenza del sultano con l'architettura tipica in banco. All'interno grandi colonne e i muri spessi più di un metro proteggono dalla calura del giorno. Agadez è alla frontiera fra il Sahel e il Ténéré, è il punto d'incontro fra le popolazioni sedentarie e quelle nomadi, è e sarà sempre un luogo di contatto e di integrazione. |