Oro, avorio e schiavi, un insieme allettante per dei predoni del deserto, che armati di spade e lance non esitavano ad attaccare le carovane inermi. Il nome Tuaregh, al singolare Targhi, è stato dato loro dagli arabi e sta a significare "gli abbandonati da Dio ", per via della loro opposizione alla dottrina di Maometto Discendenti dei berberi, hanno mantenuto inalterata o quasi, la purezza della razza, rimanendo fedeli a tradizioni e culture vecchie di secoli. La loro storia è costellata da innumerevoli battaglie per il predominio nelle oasi sahariane di Timbuctù, Gao e Agadez; tutti uniti contro le influenze degli imperi neri dei Songhay (Mali) e dei Kanem-Bornou. Infine devono cedere ai francesi che riescono dopo tante difficoltà ad abolire la schiavitù, dando loro il colpo di grazia. E’ storia recente che i Tuaregh non se la passino molto bene. La loro autodeterminazione li ha costretti a subire molte rappresaglie da parte di stati come il Mali e il Niger, per convincerli a sottomettersi al governo centrale. Ma come si può pensare di sottomettere questi "figli del vento", la cui vita è legata indissolubilmente ai ritmi della terra, il cui spirito vaga come un granello di sabbia portato via dal vento. Attualmente sono distribuiti nel Sahara centrale in un territorio compreso tra gli stati dell’Algeria( tra Tamanrasset e Djanet ), del Mali ( tra Timbuctù e Gao e a nord ), del Niger ( ad Agadez e nel massiccio dell’Air )e della Libia (nella zona intorno a Ghat ). |
La loro organizzazione sociale è strutturata in tribù
al cui interno diverse classi li differenziano fra nobili, vassalli,
marabutti ed ex schiavi, ricoprendo un determinato ruolo nel clan.
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Gli uomini blu si
differenziano in quattro grandi confederazioni di Tuaregh: |
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Il massiccio dell’Air rappresenta un po’ la loro roccaforte, con numerose oasi e villaggi in cui si mescolano i Tuaregh sedentari e i nomadi dediti alla pastorizia e al traffico carovaniero di sale per Bilma. Questi ultimi dispongono nella fascia saheliana a sud di Agadez di eccellenti pascoli ricchi di sale ed il bestiame vi cresce in condizioni privilegiate. Tant’è che al culmine della stagione delle piogge i nomadi si radunano con le mandrie nella regione dell’Azaouak per la cura del sale. Ancora oggi le donne rivestono un ruolo importante. Singolare è il fatto che sono gli uomini ad essere velati e non le donne, come si conviene fra i musulmani. Si conserva anche la tradizione del matriarcato. Secondo il diritto consuetudinario, il figlio primogenito della sorella maggiore sarà sempre privilegiato nell’eredità di fronte alla moglie del capofamiglia...., il figlio segue sempre il sangue di sua madre!! Gli artigiani sono una casta molto temuta ed importante perché hanno dimestichezza con il fuoco e forgiano le Takouba, le spade finemente cesellate che sono l’orgoglio di ogni Tuaregh che non viaggia mai sprovvisto. Creano da esso gioielli e monili di un certo gusto, come le famose croci Tuaregh che le donne esibiscono con fierezza, ed un tempo venivano usate come moneta di scambio. Sono simbolo di fecondità e porta fortuna a chi le indossa. Famosa è quella di Agadez, e ogni oasi (in Niger ve ne sono più di venti!! ) ne possiede una dalla forma particolare, ma tutte sono ispirate sempre ad una croce. Il taghelmoust, simbolo dell’identità Tuaregh, è un lungo velo (può arrivare sino a sette / otto metri) che viene arrotolato attorno alla testa, fino a coprire il volto. Non è assolutamente per un senso estetico, ma serve per ripararsi dal vento, dal sole e dalla sabbia del deserto. I colori vanno dal nero, dal blu, al bianco e dipendono dall’importanza sociale di chi lo indossa. Per lo sfregamento sulla pelle e con il sudore, lascia delle ombre bluastre (quello color indaco), ed è per questo motivo che vengono soprannominati “uomini blu”. |