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Nel 1617 il conquistatore portoghese
C. Pereira affrontò e sconfisse un gruppo di pastori orgogliosi,
che altro non erano che il gruppo bantu degli Erero, antenati degli attuali
Himba. Seguendo il loro istinto migra migratorio gli Himba attraversarono il
fiume Cunene che separa l'Angola dalla Namibia, stabilendosi nella regione
chiamata Kaokoland una terra inospitale e selvaggia, resa ancora più
difficile per i conflitti bellici tra il movimento di liberazione
della Namibia e l'esercito sudafricano, che ha inflitto gravi perdite umane
anche tra gli Himba.
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La maturità dell'uomo è invece segnalata
da due trecce raccolte in un berretto di pelle sulla testa. La società
Himba è strutturata in clan matrilineari e patrilineari, questa
doppia appartenenza si riscontra in poche
altre popolazioni africane ed asiatiche. Alle donna spetta un ruolo importante
all'interno del clan, dalla cura dei figli alla gestione e all'organizzazione
della dieta alimentare, che non è molto varia. Particolarmente importante
è il fuoco sacro posto tra la capanna del capo
e il recinto degli animali, luogo di culto legato alla sfera religiosa, rappresenta il simbolo del padre e dell'eredità dell'antenato. Per un popolo di pastori i bovini rappresentano ciò che di più sacro si possa possedere. L'unità abitativa è circolare ed è composta da un recinto per gli animali e da capanne a cupola, che come quelle dei Maasai, sono costruite con rami di acacia fango e sterco. Gli Himba si possono incontrare nella Namibia settentrionale, tra il fiume Cunene e il Damaraland. Tratto dal nostro servizio " Himba, i pellerossa d'Africa ", pubblicato sulla rivista AFRICA N. 9 - 1998. |